martedì 12 gennaio 2021

Il gelataio Tirelli - Gallucci editore

Gelataio Tirelli. «Giusto tra le Nazioni». Tamar Meir

Gallucci Editore (2018)

Francesco Tirelli amava così tanto il gelato che almeno una volta al giorno trovava una scusa per passare davanti al carretto di gelati di suo zio, Carlo Tirelli. Fu così che aprì una gelateria a Budapest, Ungheria. Tra i suoi clienti c’era anche Peter, un ragazzino ebreo molto goloso. Ma quando nel 1944 i nazisti invasero la città, Tirelli decise di fare qualcosa di ancora più buono, aiutando il piccolo Peter e molti altri ebrei nascondendoli nel retrobottega della gelateria.

Una storia di raro coraggio e grande ispirazione: il gelataio italiano, nasconde gli ebrei e organizza altre case rifugio per salvarli dal genocidio. Un libro sul valore dell’amicizia e dell’aiuto reciproco che si basa su fatti realmente accaduti.

A raccontare la sua storia nel libro illustrato per bambini e ragazzi è la nuora di Peter (Isacco), l'altro protagonista, Tamar Meir. Originario di Campagnola Emilia, Tirelli abbandonò l’Italia negli Anni Trenta per trasferirsi a Budapest. Dopo la sua morte negli anni Cinquanta in Svizzera, nel 2008 è stato insignito del titolo di "Giusto tra le nazioni", un'importante onorificenza assegnata grazie alle numerose testimonianze dei sopravvissuti.


Ci sono infinite riflessioni da fare su questo bellissimo libro illustrato. Grazie ad esso è possibile raccontare degli orrori della Shoah anche ai più piccoli. Tanto più che anche loro devono conoscere queste storie, nelle forme e nei modi più adatti alla loro età, perché solo cultura e conoscenza possono aiutare il genere umano ed evitare altre tragedie come la Shoah in futuro.


I  “Giusti tra le nazioni”, denominazione data a un gruppo nutrito di persone di tutto il mondo (sono oltre 26 mila e di questi circa 700 sono italiani), un titolo riservato a tutti i non ebrei che durante la Seconda Guerra Mondiale hanno salvato anche un solo ebreo dal genocidio. Sono annoverati in un libro di piccole biografie e celebrati a Gerusalemme in uno spazio fatto di ulivi e con un monumento con tutti i nomi incisi. Tutti con storie di gran cuore, uomini e donne che hanno rischiato personalmente la loro vita e quella dei loro cari pur di salvare la vita ad altri esseri umani, colpevoli solo di essere stati presi di mira dalla follia di qualcuno e soprattutto che in questo gruppo di “cuori nobili”, non esistono solo personaggi del calibro di Gino Bartali, del medico papà di Piero Angela, di Perlasca, ma anche per lo più personaggi umili, come il gelataio Tirelli.

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